Le zone del Sangiovese in Toscana
Le zone del Sangiovese in Toscana

Le zone del Sangiovese in Toscana

 Un estratto da alcuni appunti creati per una degustazione alla cieca che abbiamo tenuto per un gruppo di sommelier e appassionati.

Un piccolo tour tra Chianti, Montepulciano e Montalcino

 

27 febbraio 2020

Sangiovese in degustazione alla cieca

 

Nobile di Montepulciano

 Montepulciano d’ogni vino è il re” Francesco Redi 1685 da Bacco in Toscana

La zona di produzione del Vino Nobile di Montepulciano fa riferimento al territorio del comune di Montepulciano, in provincia di Siena, situato in posizione particolarmente favorevole, sulla dorsale collinare tra Val di Chiana e Val d’Orcia. Tale zona è ristretta ai terreni compresi tra 250 e 600 metri s.l.m che presentano quelle caratteristiche climatiche e geologiche alle quali si deve la qualità del vino che si produce.

Il suolo è per lo più formato da sabbie, ciottoli, fossili e argilla, che in base alla loro composizione, danno vini con caratteristiche ben differenti l’uno dall’altro.

Disciplinare

Uve: Il Vino Nobile di Montepulciano può essere ottenuto solo da uve coltivate nella zona di produzione prevista dal disciplinare, utilizzando i seguenti vitigni:

  • Sangiovese, denominato a Montepulciano Prugnolo gentile: minimo 70%
  • Possono inoltre concorre altri vitigni, idonei alla coltivazione nella regione Toscana

Maturazione: almeno due anni, a partire dal 1º gennaio successivo alla vendemmia. Tale maturazione può avvenire, a scelta del produttore:

 

  • per 24 mesi in legno
  • per 18 mesi minimo in legno più i restanti mesi in altro recipiente
  • per 12 mesi minimo in legno più 6 mesi minimo in bottiglia più i restanti mesi in altro recipiente

 

Montalcino

Montalcino – La ricchezza è nella diversità

Il terroir del Brunello di Montalcino è un mosaico caratterizzato da versanti con orientamenti molto diversi fra loro a cui si somma la differenza di altezza di tutto il sistema collinare rispetto sia alla bassa val d’Orcia, sia al più alto Monte Amiata. Questo crea delle microzone climatiche e ambientali molto diverse fra loro che imprimono alle uve caratteristiche variegate, a volte anche su terreni molto vicini.

Una ricca geologia

Il sistema collinare di Montalcino presenta caratteristiche del suolo molto diverse per costituzione e struttura a seconda delle zone.

Generalizzando: in basso ci sono terreni originatasi per trasporto di detriti del quaternario con strato attivo profondo e abbastanza sciolti; in alto suoli formatisi dalla decomposizione di rocce originarie di galestro ed alberese, più ricchi di scheletro e minor strato attivo.

Non è facile fare generalizzazioni ma è utile descrivere i quattro versanti principali su cui si estendono i vigneti:

Nord-Est

Il versante Nord-Est è costituito principalmente da marne argillose di origine pliocenica con terreni galestro-argillosi alternati a masse di alberese.

Salendo troviamo galestro dove l’argilla lascia posto gradualmente a sistemi calcarei. Salendo ancora il terreno si arricchisce di arenarie.

Nord-Ovest

Questo versante di Montalcino è quello meno sfruttato per la viticoltura e dove ancora si trovano grandissime estensioni di boschi. Anche in questa zona troviamo il tipico terreno di Montalcino con calcare dallo scisto di galestro e alberese alternato a zone di argilla o di detriti alluvionali.

Sud-Est

A Sud-Est di Montalcino, in direzione del massiccio del Monte Amiata, ex vulcano e montagna sacra per gli Etruschi, i terreni sono composti da rocce arenarie e galestro con presenza di tufo di origine vulcanica.

Sud-Ovest

Il versante Sud-Ovest, quello orientato verso il mare e la Maremma, è il più caldo di tutto il territorio di Montalcino. È dominato dai terreni galestrosi su cui hanno trovato spazio grandi estensioni di vigneti.

 

Clima e andamento stagionale

A Montalcino il clima è mediterraneo, mite, con molte giornate serene che assicurano una maturazione graduale e completa dell’uva. La pioggia si concentra soprattutto nei mesi primaverili e autunnali. In inverno capita invece che compaia la neve ma solo al di sopra dei 400 metri. La barriera naturale del Monte Amiata a sud-est crea una protezione naturale da nubifragi e grandinate. La fascia di media collina dove è concentrata la maggior parte delle aziende vitivinicole, non conosce nebbie, gelate o brinate tardive pericolose per la salute dei grappoli in fase finale di maturazione. Infine, il vento tipico della zona garantisce quasi sempre condizioni asciutte all’epoca della vendemmia.

(da http://www.montalcinowinetours.com/brunello/terroir.html)

 

Disciplinare

UVE: Sangiovese 100%

Maturazione: almeno due anni in contenitori di rovere di qualsiasi dimensione, e di almeno quattro mesi in bottiglia, e non può essere immesso al consumo prima del 1º gennaio dell’anno successivo al termine di cinque anni calcolati considerando l’annata della vendemmia. Un anno in più per la Riserva.

Le condizioni di coltura dei vigneti devono rispondere ai seguenti requisiti:

  • terreni: geocronologicamente attribuibili ad un intervallo di tempo che va dal cretaceo al pliocene; comunque idonei a conferire alle uve ed al vino derivato le specifiche caratteristiche qualitative;
  • giacitura: collinare;
  • altitudine: non superiore ai 600 m s.l.m.;
  • esposizione: adatta ad assicurare un’idonea maturazione delle uve;
  • densità di impianto: per i nuovi impianti ed i reimpianti la densità minima dovrà essere di 3 000 ceppi/ha;
  • forme di allevamento e sistemi di potatura: quelli generalmente usati e/o comunque atti a non modificare le caratteristiche peculiari dell’uva e del vino;
  • pratiche di forzatura: è vietata ogni pratica di forzatura.

  

Chianti Classico

 Le prime annotazioni del Chianti si ritrovano in documenti conservati nel Catasto di Firenze del 1427, ma si pone come data effettiva di nascita il Bando Granducale di Cosimo III de’ Medici del 1716, dove vengono stabiliti i confini del territorio chintigiano.

Nel 1872 il Barone Bettino Ricasoli detta le regole per la “ricetta”: Sangioveto, Canajuolo e Malvasia. L’ultima serviva fondamentalmente a diluire il prodotto dando profumi, ma se ne sconsigliava l’uso in prodotti destinati all’invecchiamento.

Le province nelle quali si parla di Chianti Classico e non semplicemente Chainti, sono quelle di Firenze e Siena. Nello specifico si tratta di 70.000 ettari nei comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e in parte quelli di Barberino Tavarnelle, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi e San Casciano in Val di Pesa. Di questi solo 7.200 sono adatti alla coltivazione della vite per la produzione del Chianti Classico DOCG.

 

Il Territorio

L’elemento determinante del carattere del vino è il suolo a base calacare e argilla, ai quali si aggiungono Alberese e Galestro, che danno vene decisamente sapide e grande eleganza.

 

 

Greve: vini morbidi con note di viola, grande equilibrio e finezza.

San Casciano: eleganza e carattere.

Panzano: vini robusti e colore più profondo.

Gaiole: longevità, freschi e tannino più deciso.

Radda: vini ricchi di polifenoli ed acidità, destinati a lenta evoluzione.

Castelnuovo Berardenga: vini potenti ed eleganti, con grande sapidità e potenzialità evolutive.

 

 

Le tipologie del Chianti Classico

 

 

 

Disciplinare

Uve: Sangiovese tra il 70% e il 100%

Maturazione: almeno 1 anno in legno, 2 per la riserva.

 

 

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